E' complicato definire lo stato di sonno nell'adulto, definire le particolarità del sonno del bambino è ancora più difficile.
Il sonno dell'adulto è caratterizzato da una riduzione (non completa) dello stato di veglia, della capacità di reazione, relazione e sensoriale e da un cambiamento di coscienza naturalmente reversibile (a differenza del coma e dell'anestesia che sono stati patologici o indotti da farmaci). Il sonno condiziona lo sviluppo fisico e mentale del bambino. Diventa perciò fondamentale riuscire a mettere il bambino nelle migliori condizioni per addormentarsi, dormire e risvegliarsi serenamente. Capita non di rado che i genitori sottovalutino questo aspetto oppure abbiano essi stessi problemi a dormire.
Il sonno notturno consente, come anche il riposo, di recuperare le energie fisiche, ma a differenza del riposo, favorisce i processi di:
- detossificazione
- riparazione e rigenerazione dei tessuti
- rielaborazione della fase di veglia e rigenerazione mentale
Sebbene ogni bambino abbia sue specificità ci sono alcuni parametri che hanno una valenza generale. Ad esempio il rilascio dell'ormone della crescita GH durante il sonno è molto più elevato di quello che si ottiene durante l'allenamento, ecco perchè si dice che il bambino cresce quando dorme. Con una visione di insieme delle caratteristiche generali e di quelle specifiche di ogni bambino si riesce meglio ad assolvere il compito di assecondarne il suo carattere e le sue esigenze p prevenendo o risolvendo diversi problemi. E' importante inizialmente distinguere quello che per lui è necessario da quello che in lui è particolare. Tali segni sono in evoluzione durante la crescita per cui per scoprire tratti e modifiche importanti è importante riservare attenzioni quotidiane al sonno del bambino.
La durata del sonno
E' una funzione decrescente con l'età del bambino. Una progressione compatibile può essere quella che comincia con le circa 16 ore/giorno di sonno alla nascita fino ad arrivare alle circa 12 ore/giorno a due anni di età. Va considerata nel conto la somma di tutti i sonni, sia quelli notturni che i sonnellini di giorno. Studi attuali hanno evidenziato che negli ultimi cento anni i bambini dormono in media un'ora e mezza rispetto al secolo scorso. Parallelamente sono aumentati i disturbi dell'attenzione registrati a scuola nel 19% dei bambini. Se il bimbo dorme poco bisogna accertarsi che l'ambiente dove si addormenta sia tranquillo e rassicurante per lui. Dopo di che bisogna indagare se le precedenti fasi di veglia siano state poco interessanti o addirittura noiose per le sue esigenze specifiche. Come detto, anche una fase di addormentamento poco serena può causare frequenti risvegli. Se invece dorme troppo si deve verificare se l'apporto nutritivo è sufficiente o se il bimbo è sottoposto a stress o sforzi eccessivi. Un problema metabolico può alterare la durata e la qualità del sonno. A seconda del carattere del bimbo vanno assecondate specifiche variazioni in determinati periodi, ad esempio non ci si deve preoccupare per un'ora di sonno in più o di meno di giorno o di notte se la volta successiva si torna al ritmo normale. La privazione del sonno produce nell'adulto aumento dell'ormone dello stress cortisolo, innalzamento di pressione e aumento del rischio del diabete di tipo II oltre a diminuire le capacità di concentrazione e di reazione. Un bimbo assonnato trascorrerà la fase di veglia con meno capacità di assimilare e correttamente elborare gli stimoli dell'ambiente che così importanti sono nella fase di crescita.
LA DURATA TEORICA DEL SONNO
- Neonati 20 ore
- Asilo nido 14 ore
- Scuola materna 13 ore
- Scuola elementare 10-12 ore
- Adolescenti 8-10 ore
- Adulti 7-8 ore
La serenità e qualità del sonno
Definire in modo assoluto cosa quale sia un sonno di qualità è molto complicato, anche perchè è già difficile definire il sonno. Per serenità del dormire si deve considerare la serenità nelle tre macrofasi e cioè nell'addormentarsi, nel dormire e nel risvegliarsi. C'è molta soggettività di giudizio a riguardo ma ogni genitore deve cogliere le eventuali difficoltà del bimbo o le differenze rispetto al precedente ritmo. Indubbiamente il pianto prolungato e isterico prima di addormentarsi non è un segno di tranquillità così come frequenti risvegli possono essere la spia di qualche problema. Nessun bambino andrebbe mai svegliato (soprattutto contro la sua volontà) perchè un bambino che non ha completato il sonno sarà molto più irritabile e più esposto a qualsiasi tipo di stress (sociale ma anche biologico) nella successiva fase di veglia. Un sonno sereno è indice di aver trascorso precedenti fasi di veglia serene e piene di esperienze costruttive. Al contrario un sonno agitato può essere la spia che il bimbo non abbia compiuto in modo soddisfacente la fase di gioco o che accusi qualche patologia. La pericolosità della qualità di vita moderna con tutti i suoi stimoli stressanti può essere più facilmente attenuata con un sonno di alta qualità basti pensare che durante il sonno l'ormone cortisolo (quello dello stress) è al minimo e quindi l'aumentata incidenza dei disturbi dell'attenzione, dell'aggressività e irritabilità, dei casi di depressione e alterazione dell'umore nei bambini della società moderna può essere collegata a deficit di qualità del sonno.
La profondità del sonno
Riuscire ad organizzare un ambiente che favorisca un sonno efficace e ristoratore è di estrema importanza soprattutto per il bambino in quanto il suo ritmo di crescita e quindi di 'stress metabolico' diurno è sicuramente molto elevato e spinto al massimo delle possibilità. Un bambino che riesce a dormire profondamente attiverà in modo più corretto una serie di meccanismi ormonali con lo scopo di detossificare l'organismo e rigenerare i tessuti danneggiati dall'attività diurna.
I fattori che possono diminuire la profondità del sonno sono quelli che modificano la fisiologica produzione di melatonina (alta di sera e bassa di mattina). L'ormone cortisolo, l'ormone dello stress cronico, è un antagonista della melatonina quindi sottoporre il bambino a giornate, o peggio serate, stressanti (dal punto di vista neurosensoriale) non è mai una bella cosa specie se diventa una abitudine. Alcuni ormoni che regolano l'appetito e il senso di sazietà come la leptina o la grelina sono influenzati dal sonno e quindi alterazioni del sonno aumentano l'accumulo di grassi. Capita che il bambino riposi meno perchè non è riuscito a mangiare in modo regolare o a sufficienza. Se queste alterazioni si risolvono rapidamente anche grazie all'attenzione dei genitori allora il bambino sarà in grado di ripristinare un metabolismo corretto altrimenti si rischia di entrare in un circolo vizioso che può produrre alterazioni metaboliche e ormonali croniche.
La presenza/assenza di luce solare naturale non filtrata da vetri è segnalatore per il ritmo circadiano (sonno/veglia). Quando diminuisce il livello di luce aumenta la produzione di neurotrasmettitori come serotonina, melatonina e GABA (acido gamma amminobutirrico). L'utilizzo di luci notturne è quindi altera questo processo. L'uso dopo le 21 di luci (lampade, monitor, palmari, led) specie sulla banda del blu (cioè con una temperatura di colore superiore a 3000K) diminuisce del 20% la profondità ed efficacia del sonno. Un essere umano dovrebbe dormire già alle 21 e fino almeno alle 1 di notte, periodo in cui le ghiandole surrenali e il fegato esplicano attività rigenerative e detossificanti solo se si sta già dormendo da tempo. Considerando il ritmo circadiano sonno/veglia l'ora giusta per andare a nanna (considerando l'ora solare) sono le 21. Passeggiare di giorno all'aria aperta immersi nel verde in una giornata luminosa aiuta a sostenere meglio il ritmo circadiano e quindi aumenterà la profondità del sonno la sera successiva all'esposizione ai raggi solari.
I risvegli notturni
Ogni fase di sonno è composta di alcune sottofasi che in modo schematico si possono riassumenre così: addormentamento, fase REM, fase di sonno profondo, di nuovo fase REM, risveglio. Anche il sonno di un adulto è composto di una sequenza più o meno lunga di ciascuna di queste fasi ognuna adiacente alle successive di modo che, supponendo che il ciclo sia di 4 ore e un adulto dorma 8 ore, ci sarà un risveglio dopo 4 ore. In genere gli adulti sono bravi a riaddormentarsi in automatico senza quasi percepire di essersi risvegliati ma per i bimbi è diverso, loro ancora non hanno imparato come si fa ed è compito dei genitori aiutarli a scoprire questa nuova capacità. Se si aggiunge che la durato del ciclo di sonno di un bambino rem-profondo-rem è molto inferiore a quella di un adulto e può durare anche meno di un'ora nelle prime settimane di vita, allora si comprende che durante il sonno notturno si potrebbero verificare frequenti risvegli che però non significano che il bimbo abbia finito il sonno ma non sappia come riaddormentarsi ed allora è importante che il genitore, stabilito che il bimbo non abbia fame e non sia sporco di popò il pannolino, non accenda la luce o faccia troppi rumori o alzi il bimbo dal letto se proprio non è necessario ma doni una piccola carezza per tranquillizarlo aiutandolo a seguire il suo bisogno di riaddormentarsi.
Durante la fase REM si pensa che si sogni e quindi è normale che il bambino non sia svegliato mentre durante le fasi di sonno più profondo è difficile anche da adulti venire svegliati con rumori non eccessivi per cui si può tranquillamente considerare il bimbo in fase di sereno riposo e approfittare per sbrigare qualche faccenda arretrata.
Giova ricordare che è sintomo di buon rapporto col dormire il fatto che il bimbo si risvegli senza piangere ma lo si scopra a giocare per un tempo anche lungo. Piangerà se invece si sentirà solo o avrà fame o si sentirà annoiato. Svegliare forzatamente un bambino che non ha completato il sonno è sempre fonte di qualche guaio per la successiva fase di veglia.
I cicli sonno-veglia
Dentro l'utero materno il feto dorme durante le fasi di veglia della madre e viceversa si sveglia durante il sonno della mamma. Alla nascita accade di frequente che il neonato dorma anche per moltissime ore per recuperare lo sforzo sostenuto nel parto, dopo di chè per alcune settimane regolerà il suo ciclo sonno-veglia in relazione al soddisfacimento del bisogno di nutrirsi e delle prime possibili problematiche che insorgono al momento del funzionamento del sistema digestivo. Generalmente i cicli sonno-veglia sono molto frequenti alla nascita per poi diradarsi e diluirsi nell'arco delle 24 ore fino a stabilizzarsi in un unico sonno notturno dopo alcuni anni dalla nascita. Nelle settimane successive al parto il neonato non è ancora in grado di sincronizzare il proprio ciclo sonno-veglia con il ciclo notte-giorno in quanto gli ormoni atti a tale scopo si sicronizzeranno a partire dal primo mese di vita. Alcuni genitori tentano di forzare il cambio di fuso orario senza considerare che il bambino non è in grado di assecondare i loro inviti. In questo modo c'è il rischio che il bambino diventi insicuro nel dormire. Infatti il bambino soprattutto nei primi anni di vita ha un indiscussa fiducia soprattutto nella mamma per cui se percepisce che non è in grado di soddisfare le aspettative dei genitori ne esce frustrato. Per evitare tali inconvenienti non bisogna forzare il cambiamento del sonno diurno in sonno notturno prima del mese di vita ma va lasciato il tempo necessario al bimbo per poter compiere questa trasformazione. Non c'è un bisogno specifico di accendere la luce nei risvegli notturni così come non è necessario chiudere completamente le tapparelle di giorno per quei bimbi che hanno un ciclo sonno-veglia sfalzato.
Per quanto concerne il ciclo nelle 24 ore esso va inframezzato obbligatoriamente sempre con almeno un cambio pannolino, un pasto e una fase di gioco. Se venisse a mancare una sola di queste componenti il bambino tenterebbe di farlo capire ai genitori perché si sentirebbe trascurato in uno dei suoi bisogni primari. Per evitare di confondere tra loro diversi problemi è sempre bene accertarsi che tutte le altre attività siano state espletate con serenità e godimento da parte del piccolo di modo che le problematiche relative al sonno non siano l'effetto di altre cause. I cicli sonno-veglia-sonno aumentano di durata con il crescere del bambino per cui se il gioco alla nascita è relegato a qualche decina di minuti, dopo un paio di mesi ha già conquistato un tempo di più di un'ora almeno. Senza una serena e completa attività di veglia non ci si può aspettare un addormentamento o un sonno sereno.
L'addormentamento
Insieme a quella dei risvegli notturni, è la fase che manda in tilt più facilmente i genitori. Il bambino non va addormentato, il bambino 'si addormenta'. Non siamo noi ad addormentare lui ma è lui che riesce ad addormentarsi. Come regola di base è fondamentale osservare ogni minimo dettaglio del bambino e cercare di non proiettare su di lui nessuna aspettativa o falsa convinzione ricavata dalla propria personale o altrui esperienza. Il bambino ha una sua personalità, diversa da quella dei genitori e di chiunque altro e la esprime fin dalla nascita e quello che di più lo accomuna ad un genitore non è tanto e solamente parte del genotipo (genetica) piuttosto quello che gli trasmette l'ambiente (epigentica). E' naturale che genitori che si addormentano serenamente registrano nel loro bimbo meno problemi ad addormentarsi. Ogni bambino è orginato ed educato dai genitori ma non è identico ai genitori. Anche nella fase di addormentamento si consumano calorie quindi un bambino troppo eccitato, stressato o stanco non si addormenterà facilmente. L'esperienza sembra confermare che più un bimbo si addormenta facilmente vicino o attaccato alla mamma quanto più da adulto vivrà a fondo l'emozione di addormentarsi col partner. Bisogna cercare di capire quanto il bambino si addormenti spontaneamente da solo. I segni premonitori del bisogno di dormire . E' importante assecondare la progressione verso una serena autonomia del bambino. Sembra da preferire dare la poppata prima dell'addormentamento e non dopo in quanto il sonno diminuisce il senso di fame, limitando l'ormone grelina (che stimola la fame) e aumentando l'ormone leptina (che blocca l'appettito). Per dimagrire quindi vale l'inverso e cioè mangiare subito al risveglio fa ingrassare meno.
Conclusioni e consigli
Non bisogna pretendere che tutto funzioni subito a perfezione o perdere le speranze se qualcosa sembra proprio non ingranare in quanto i bambini hanno tantissime risorse e quando meno ce lo si aspetta, perseverando nella giusta direzione, si ottengono reazioni positive. Ogni possibile intervento andrà comunque centellinato considerando sempre di andare in progressione e cioè dal poco al tanto e dal piccolo al grande. Se si volessero perciò eliminare alcune cattive abitudini bisognerà affrontarle separatamente una alla volta e non pretendere di risolverle tutte insieme.
Mai pretendere di risolvere un problema ponendo il bambino di fronte a difficoltà che non è in grado di superare ma sempre di un grado che può affrontare con le sue forze e capacità, spinto dalla sua volontà e istinto. Se si pensasse di provare ad eliminare, ad esempio, il dondolio nell'addormentamento, si potrebbe iniziare gradatamente e, di volta, in volta, a seconda delle risposte che si ottenessero perseverare, aumentare o diminuire le variazioni sul tema principale fino ad ottenere il completo cambio di abitudine desiderato magari a giorni o settimane di distanza dall'inizio del cambiamento. Va ricordato che più si aspetta a rimuovere cattive abitudini, spesso peraltro introdotte da noi genitori, più sarà lungo il tempo necessario per rimuoverle.
Bambini che dormono meno o dormono male sono più soggetti a sviluppare patologie di tutti i tipi, sono più irritabili e nervosi, sviluppano meno capacità motorie e viceversa i bambini che più si muovono correttamente più dormono e più sono intelligenti. Muoversi e dormire sono due facce della stessa medaglia come mangiare e dormire. Meno si dorme e più si ha fame, più si è grassi e meno si dorme ristorati. Sono questi i capisaldi dello sviluppo sano del bambino e il segreto di uno stato di funzionalità e benessere anche per noi adulti che dai bambini abbiamo tanto da imparare.
A conclusione può essere utile riassumere qualche spunto pratico di validità e riferimento generale. Più il bambino è piccolo e più apprezza che gli si ricreano le condizioni fetali intrauterine nel momento dell'addormentamento, quindi :
- cercare di seguire uno stesso rituale ogni sera prima di andare a nanna, soprattutto regolarizzare gli orari, evitare di sballarli
- lasciare la culla o il lettino sempre nello stesso punto
- non fare rumori eccessivi o stimolare troppo il bambino prima di andare a nanna
- creare un senso di avvolgimento intorno a lui (abbracciandolo senza costrizione o accarezzandolo) e calore (un lenzuolino o una copertina leggera)
- il movimento adeguato e una passeggiata all'aperto di giorno migliorano la qualità del sonno notturna
- Dalle 21 all'alba evitare luci blu, led, tablet, monitor e TV
- Al primo sbadiglio di sonno (da non confondere con gli sbadigli di noia) o strofinamento degli occhi, delle orecchie o del viso in generale, portarlo a letto, evitare di metterlo a letto quando è già addormentato
- Cercare di abituarlo a dormire disteso nel letto fin dai primi giorni
- Sfruttare l'ossitocina del latte materno (che è un sonnifero) per addormentarlo subito dopo la poppata
- Utilizzare un letto piano non troppo morbido
- Non coprire mai troppo un bambino che dorme
- Addormentare il bimbo prevalentemente di fianco o a testa in sù, mai di schiena. Il bambino deve avere facilità girare la testa di lato in un riflesso condizionato per ovviare ai rigurgiti e diminuire il rischio di soffocare. Una ulteriore motivazione a sistemarli in questa posizione può essere quella che nei neonati la maggior parte del tessuto adiposo scuro (quello preposto nei neonati a proteggerli dal freddo in mancanza della loro capacità di generare calore coi brividi) si trova appunto sul retro della spina dorsale e delle spalle e non nella parte anteriore
- Cambiare posizione al bambino per farlo riposare da tutti e 4 i lati
- Scegliere un letto che lasci spazio al bimbo di muoversi liberamente ma non eccessivamente quindi passare dalla culla al lettino appena necessario e dal lettino a letto a terra non appena il bimbo sarà in grado di andare a dormire da solo o sia in grado di scendere dal materasso da solo in modo da renderlo il più possibile artefice della sua esperienza del sonno
- Se il bambino piange fargli sentire la propria presenza, non lasciarlo in balia del proprio senso di frustrazione, spesso ha solo bisogno di una semplice carezza
- nei riposini pomeridiani abbassare un pò la luce
- adoperarsi per favorire che il bambino si addormenti da solo
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