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    Rotazioni e Avvicendamenti

    Non è l'uomo a dover nutrire la terra ma la terra che nutre l'uomo

     

    La rotazione è per convenzione una esigenza agronomica funzionale all'aumento della resa e della qualità del prodotto e stabilisce un ordine con cui si devono susseguire l'un l'altra le famiglie vegetali coltivate. Questo ordine di susseguimento dipende dalle esigenze nutritive delle singole specie coltivate. Generalmente si concima a sufficienza e poi si fanno seguire colture sempre meno esigenti di modo che quelle con più fame si possano avvalere della recente concimazione. Tale ragionamento si basa sull'assunto indimostrato che se una pianta ha bisogno di una tot quantità di nutriente basterà fornire quella quantità al substrato e la radice lo assimilerà tutto (vedi il razionale della coltivazione idroponica). Far susseguire varie tipologie di colture in base al consumo di azoto di ciascuna però non è automaticamente garanzia della capacità reale di una coltura di usufruire di quell'azoto fornito. In natura difatti non esiste la rotazione agronomica (ma la successione ecologica) nè il riposo colturale e dopo una montata a seme il terreno spesso risulta più fertile. Sotto un pino nasce un pino, sotto una quercia nasce una quercia, sotto una cipolla nasce un'altra cipolla. Quello che per secoli è fuggito a contadini ed agronomi sono il microbioma e l'epigenetica. La vita microscopica influenza la capacità di una radice di assimilare acqua e nutrienti per cui non è sufficiente o non è necessario fornire una dose di nutrienti perchè l'assimilazione dei nutrienti dipende da molti più fattori

    Il criterio di rotazione adottato dal metodo manenti prevede di basarsi sul pool di microrganismi mobilitato dalle singole famiglie di vegetali e nelle diverse fasi dello sviluppo della pianta funzionale alle presenti ma anche alle successive coltivazioni. Le nozioni empiricamente ricavate dall'osservazione in più di 20 anni di coltivazioni suggeriscono di tener presenti queste proprietà di ciascuna famiglia:

    • ortaggi (micorrizano facilmente)
    • leguminose (micorrizzano ma interferiscono non sempre positivamente con le colture che seguono)
    • crucifere (non micorrizano facilmente ma non interferiscono negativamente con le colture che seguono)
    • chenopodiacee (non micorrizano affatto e non si devono mettere in successione con una specie che micorriza molto perchè interferisce negativamente anche con la successiva)

    Per ortaggi si intendono tutte le specie diverse dalle leguminose, dalla chenopodiacee e dalle crucifere quindi liliacee, asteracee, solanacee, cucurbitacee e ombrellifere. Le principali regole empiriche riguardanti le interferenze sulla micorrizazione delle successioni colturali sono descritte nella tabella di seguito

    regole per le successioni micorriziche

     

    Al momento le conoscenze scientifiche non sono approfondite ma solo embrionali. Le specie grandi consumatrici di azoto sembrano ruotare senza problemi tra loro anche nel corso dell'anno (senza riposo intermedio) mentre se si interrompe lo sviluppo completo di una coltura (ad esempio le si impedisce di andare o di maturare il seme) sembra che si instaurino condizioni sfavorevoli per una successione della stessa coltura. Questo potrebbe significare che all'interno di un ciclo colturale completo di una stessa specie vengano mobilitati diversi pool di microrganismi, non tutti favorevoli ad una successione non completa.

     


     

    Per riassumere e avere uno schema esemplificativo di rotazione:

    • Le crucifere possono succedere a qualsiasi famiglia e possono essere seguite da qualsiasi altra famiglia quindi possono essere coltivate in ogni successione (tranne che seguire a se stesse)
    • I legumi e le chenopodiacee possono essere seguiti e preceduti solo dalle crucifere
    • Le orticole possono essere coltivate in successione con altre orticole e le crucifere

     In allegato un esempio di possibili rotazioni delle famiglie più problematiche dal punto di vista della micorrizazione.

    Concetti tradizionali di rotazione

    Il concetto più conosciuto di fertilità del suolo si basa solo sul criterio di esigenza nutrizionale indiretta: (cioè non mediata dal pool di microrganismi e che quindi vede il concime come un nutrimento completamente disponibile per la radice, cosa che però non corrisponde alla realtà) dai le colture più esigenti vanno messe a dimora per prime e negli anni seguenti si scelgono quelle sempre meno esigenti che si nutriranno dei residui lasciati dalle colture precedenti, fino al riposo con sovescio o colture coprenti (cover-crops) per nutrire di nuovo il terreno, lasciar sfogare le erbe spontanee e prepararlo ad un nuovo ciclo

    Seguendo il criterio dell'esigenza colturale l'avvicendamento sarebbe:

    1. riposo con sovescio o cover-crops (prato polifita) o concimazione naturale
    2. coltura più esigente
    3. coltura mediamente esigente
    4. coltura meno esigente

    Altro criterio per la rotazione è quello tra le colture preparatrici o da rinnovo, le miglioratrici e le depauperatrici

    • Colture preparatrici: molto esigenti in fatto di lavorazioni e concimazioni ma lasciano il terreno in condizioni migliori delle preesistenti. Esempi: barbabietola, patata, mais, pomodoro, ...
    • Colture miglioratrici: a prescindere da lavorazioni e concimazioni, arricchiscono il terreno di azoto mediante azotofissazione e disgregano il terreno per l’azione delle radici. Inoltre, ostacolano lo sviluppo delle erbe spontanee. Esempi: leguminose foraggere (erba medica, veccia, trifoglio incarnato, ...)
    • Colture depauperatrici: si avvantaggiano della fertilità residua, lasciando al termine del ciclo il terreno con minor fertilità. Esempi: cereali autunno-vernini (frumento, orzo, avena, segale, farro, ...)